Archivio per la categoria 'Attualità'


Neve!

venerdì, 12 Febbraio 2010

Dopo ben 25 anni di nuovo la neve a Roma… 😉

Oggi ho scattato qualche foto, eccone tre. Tenete sotto osservazione questo set su Flickr poiché nei prossimi giorni ne aggiungerò delle altre. La nevicata è durata poco, quindi non so in quanti abbiate avuto il tempo di giocare a palle di neve. 😉

E' arrivata

Generazione recessione

mercoledì, 27 Gennaio 2010

Riporto integralmente questo articolo tratto dal sito Sbilanciamoci.info, mi sembrano riflessioni molto interessanti ed attuali.

Studi e interpretazioni sugli effetti della crisi economica (anche detti “ricette”) si stanno moltiplicando. Ovviamente, al centro dell’attenzione sono i discorsi – soprattutto “autorevoli” – degli economisti. Ma succede anche ad alcuni di loro di incrociare dati e riflessioni con i problemi del sociale e del vivere quotidiano della gente. In questa prospettiva, riprendo alcuni spunti da diverse voci che fanno il punto sulla situazione negli Stati Uniti.

Ho trovato l’espressione Generation Depression: ci si chiede, cioè, se stia crescendo una generazione di giovani i cui comportamenti saranno segnati, per tutta la loro vita, dalle esperienze attuali. Naturalmente si sottolinea il salto relativo alle generazioni precedenti (gli esempi si riferiscono sia agli anziani che, giovani durante la “grande depressione”, hanno poi avuto negli anni successivi una vita sempre più positiva, sia ai baby boomers vissuti, appunto nella giovinezza, in una prospettiva sociale di forte mobilità e di crescenti opportunità). Quanto all’attuale generazione di adulti, si argomenta – tenendo sullo sfondo il fatto che gli Stati Uniti e molta parte del mondo occidentale sono tecnicamente usciti dalla crisi – che, come ci si sta avviando verso cambiamenti radicali nel funzionamento del sistema complessivo, lo stesso varrà anche per i comportamenti individuali.

A tal proposito, interessa uno studio del National Bureau of Economic Research (pubblicato nel settembre scorso con dati relativi al periodo dal 1972 al 2006) in cui si dice che anche soltanto un anno di particolare difficoltà vissuto nell’adolescenza o nei primi anni adulti può incidere pesantemente sulla formazione di una persona e sui suoi comportamenti e vicende degli anni successivi. Si segnala la possibilità, con riferimento alla sfera pubblica e alla politica, di una crescente disaffezione e perdita di fiducia. Lo studio presenta analisi e dati relativi a fasi del passato segnate – per le generazioni dei giovani adulti che hanno vissuto questo passato – non soltanto da difficoltà nella sfera economica e lavorativa, ma anche psicologiche e nei rapporti sociali.Ancora, guardando ai prossimi anni, non si considerano solo gli effetti delle trasformazioni e difficoltà che l’economia degli Stati Uniti sta attraversando. Si tiene anche conto del nuovo panorama globale in cui l’America va collocata ed è sempre più chiaro che, in tutto l’arco di tempo dalla fine della seconda guerra mondiale al presente, non si erano avuti cambiamenti di questa portata non solo nel funzionamento del sistema economico, ma nel sistema nel suo complesso.

(altro…)

In corsa per il Natale

venerdì, 27 Novembre 2009

Manca meno di un mese all’evento ed è già scattata la corsa al Natale consumistico. Non ce la posso fare…

E la nevrosi da telefonino è più diffusa che mai: gente che parla sui marciapiedi, persone isolate dal mondo esterno, e gente che parla tanto in auto, quindi quando attraversi la strada devi star attento a non farti investire. Mah. Com’è cambiata (in peggio) questa città in vent’anni… non era una Roma così nevrotica, frenetica e dispersiva… Pollice verso il basso.

Generazione X

domenica, 8 Novembre 2009

Girando per la Rete ho trovato questa lettera che è dedicata a tutti quelli della mia generazione (fine anni Settanta).
So solo che l’ha scritta una certa Ida, e la missiva l’ho letta sul blog di Roberto. La pubblico integralmente perché mi è piaciuta molto. Buona domenica.

Lo scopo di questa missiva é quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi, quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia ’90.
Per non aver vissuto direttamente il ’68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti. Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.

(altro…)

E noi si cinguetta

giovedì, 20 Agosto 2009

Non l’avrei creduto, ma Twitter mi ha finalmente conquistato con la sua essenzialità, dopo oltre un anno e mezzo in cui ho lasciato il mio account inutilizzato e con solo una ventina di tweet all’attivo.

Di Twitter mi piace: la pagina profilo pulita, snella e leggibile, la sinteticità ‘obbligata’ per chi scrive, e di riflesso, quindi, anche per chi legge. Certo, dipende da quanti contatti si hanno, ma su questo network mi interessa tenere quelli che seguo veramente, a differenza di Facebook, dove ho contatti provenienti da diversi ambiti e periodi (a volte: vere e proprie ere). Inoltre Facebook è molto più dispersivo, come ho già scritto altrove, ma dipende sempre da cosa si cerca.

Twitter è una specie di mailing list ‘moderna’ con visibilità globale (a meno che non si protegga il proprio profilo dalle visite di sconosciuti), ma non ti intasa la casella di posta elettronica e ti permette di informare gli amici ed essere aggiornato sulle loro novità. Tutto sempre in 140 caratteri per ogni tweet (l’equivalente del messaggio di stato degli altri social network).

Semplice ma potente nelle ricerche e soprattutto per chi come me è avvezzo all’uso dei feed RSS, Twitter dà una bella mano a filtrare e leggere solo i contenuti di reale interesse.

Insomma, non sono sicuramente un precursore, ma direi che chi ha perso un po’ di tempo su almeno un social network nella propria esistenza telematica deve assolutamente provare Twitter. 😉

Aborigeno…?!

martedì, 4 Agosto 2009

Amicizia?

martedì, 14 Luglio 2009

Ci sono alcuni valori a cui non rinuncerei mai. Quando tra ‘amici’ subentrano dei comportamenti falsi e si mantiene solo una facciata, quella non è amicizia. Sembra banale ma non lo è.

Quando si butta nel cesso il tempo trascorso (bene) insieme e si interrompe un rapporto senza alcun apparente motivo vuol dire che certi valori (come il rispetto, ma anche l’amicizia stessa) non si sa proprio dove stiano di casa.

Nell’era in cui il consumismo si estende anche ai rapporti umani (cosa pericolosa e triste), mi è sembrato giusto ricordarlo. Sicuramente c’è ancora qualcuno che la pensa come me, ma la coerenza non è da tutti.

Considerazioni su facebook

martedì, 31 Marzo 2009

Con diversi amici abbiamo aperto parentesi o vere e proprie discussioni sulla sopravvalutata utilità di facebook come network ‘sociale’, così come è stato definito dai media.

Fatte salve le reali utilità di riprendere i contatti con amici o compagni di scuola con cui non ci si sente da anni, o di mantenere quelli con i propri cari che abitano a distanza e all’estero, ci sono tanti aspetti superficiali e superflui di facebook che cercherò di tratteggiare nel modo più sintetico possibile.

Innanzitutto però vorrei parlare delle alternative: prima di facebook ci sono stati (ed esistono tutt’ora) tanti altri network per mezzo dei quali si può comunicare con (gruppi di) amici: i forum sul web, i newsgroup, le chat IRC, ecc.
Chi li conosce sa di cosa sto parlando; per chi non ne ha mai sentito parlare potremmo paragonarli tutti a delle ‘piazze’, dove chi entra può dire la sua e viene ascoltato dagli altri, che a loro volta possono rispondere.
Non c’è bisogno di aggiungere gli altri agli ‘amici’ per sapere cosa stanno scrivendo, perché la ‘piazza’ è pubblica. In questo modo è davvero molto facile socializzare e conoscere persone nuove.

Facebook invece funziona nel modo opposto: tutti hanno una pagina personale, non c’è una ‘piazza’ pubblica, perché la home page tutti la vediamo in modo diverso a seconda degli amici che abbiamo in lista. Di qui è facile capire come le informazioni non sono ‘molti a molti’ ma ‘uno a molti’ e basta.
In sostanza facebook si riduce a una comunicazione ‘uno a uno’ poiché dopo che si è stabilito un contatto in genere ci si sente in privato.
Siamo congiunti, ma solo uno con l’altro.
Il numero di amici non fa gruppo, fa solo numero.

Quindi piuttosto che un network che nasce per socializzare, FB è un sito che permette di radunare tutti i propri contatti, conosciuti in ambiti diversi (e quindi disomogenei), ed avere sottomano email, telefono, instant messenger, sito personale, ecc. di ognuno.
E’ un po’ come un’estensione della propria rubrica indirizzi.
Questo è lo scopo principale di FB, a mio avviso; tutto il resto è intrattenimento leggero o cazzeggio, basato su una componente vouyeristica molto forte. E’ difficile instaurare qualsiasi discussione approfondita o ramificata per la stessa struttura del sito: i gruppi sono praticamente inutilizzabili (chi riesce a seguire una bacheca di un gruppo affollato?), i messaggi di stato, che puntano su frasi ad effetto (ma anche no…), sono lo spunto, in genere, per rapide battute, e, dato che anche lì si scrive uno dopo l’altro, è un po’ difficile riprendere il discorso con la persona che aveva scritto la sua opinione venti risposte prima.

La stessa organizzazione degli ‘eventi’ su facebook è fallimentare, per me: si organizza un incontro (cena, aperitivo, festa di compleanno), e si invita la gente. Sbagliato! In pochi o nessuno parteciperanno (va meglio a chi fa pubbliche relazioni perché punterà sui grandi numeri). Su un newsgroup o su un forum (chi partecipava a RomaNordOvest lo ricorderà) prima qualcuno lanciava l’idea, se ne discuteva, ci si metteva d’accordo sulla data e sul posto, e solo successivamente si organizzava il meeting. In questo modo si otteneva maggiore partecipazione e soprattutto più coesione.

In tutta questa analisi non ho ancora menzionato le varie applicazioni, i quiz e i test demenziali, che vanno bene per distrarsi un po’, ma alla lunga stancano e di potenziale ‘sociale’ ne hanno davvero ben poco. Ed ho tralasciato volutamente gli aspetti relativi alla privacy, perché ovviamente se ci si iscrive si accetta di stare al ‘gioco’.

Insomma, se non si è capito sto facendo notare come FB col suo vuoto di contenuti abbia portato via tanta gente da forum, newsgroup, chat ormai in disuso (o anche il baretto sotto casa, ma vorrei rimanere in tema di network su Internet) che di contenuti ne offrivano ben altri e che con la loro struttura permettevano di socializzare e conoscersi molto di più, nelle ‘piazze’ che offrivano, di quanto possa fare facebook con la sua home page piena di link, messaggi di stato, foto e facezie varie.

I nuovi Fantozzi

venerdì, 31 Ottobre 2008

Quelli che si muovono solo in macchina, sempre in macchina, mai a piedi, per carità, che perdono ore della loro giornata, giorni della loro vita in auto a parlare col telefonino… per me questi sono i Fantozzi del ventunesimo secolo.

In una giornata come quella di oggi il traffico è paralizzato, eppure non si riesce a invertire la tendenza: se tutti prendessimo i mezzi pubblici questa città sarebbe più vivibile… certo, dovrebbero funzionare meglio, ma con meno auto private in giro lo farebbero.

E magari invece di stare morbosamente attaccati a un cellulare, quattro chiacchiere le scambieremmo con qualcuno conosciuto alla fermata del bus.

Un Calvino attualissimo

giovedì, 16 Ottobre 2008

Un paio di mesi fa mi è capitato di seguire con interesse un documentario in bianco e nero, su RaiTre, che illustrava il nascere e il progredire del miracolo economico in Italia dalla fine degli anni ’50 a tutto il decennio successivo, mettendo in rassegna i piccoli e grandi cambiamenti di cui è stato latore: la televisione, i supermercati, l’automobile, il boom edlizio, ecc.

Di recente ho seguito, sempre con interesse ma anche con molta amarezza, una puntata di Report che denunciava il costruire feroce e inarrestabile di nuovi quartieri dormitorio a Roma, senza nessun rispetto per il piano regolatore, l’ambiente, le zone protette, e con servizi quasi inesistenti per i cittadini che andranno ad abitare in (brutti) casermoni, fra l’altro indebitandosi in mutui da capogiro.

Per queste due ragioni sono rimasto colpito dal titolo di un romanzo di Italo Calvino (uno dei miei scrittori preferiti), “La speculazione edilizia“, che ho finito proprio ieri. Racconta la storia di un’intellettuale che s’imbarca in un’impresa edilizia, alla fine degli anni ’50, e, non essendo per nulla portato, si mette in affari con un costruttore poco di buono. Le premesse fanno già intendere come andrà a finire… e quindi non aggiungo altro sulla trama, a parte il divertimento assicurato nel leggere la particolareggiata caratterizzazione del Caisotti (l’impresario disonesto) e quella del protagonista, Quinto, che fa un pasticcio dopo l’altro.

Nel romanzo fra l’altro si respira l’atmosfera che in Italia c’era a quei tempi, ovvero l’entusiasmo per il nascente boom economico, la spregiudicatezza di certi impresari in ambito edilizio (da cui sono nati personaggi politici che purtroppo oggi ben conosciamo), il convertirsi di certi intellettuali a gente d’affari, il modificarsi del territorio (molte volte in peggio), infine il cambiamento delle abitudini degli italiani, che iniziano a fare le vacanze in massa, spostandosi tutti insieme nelle località turistiche nei mesi estivi dell’anno, grazie ai vantaggi derivanti dall’uso dell’automobile.

Paolo Mieli, alla fine del documentario sul boom economico, ha fatto un’osservazione molto acuta: in molti italiani che hanno vissuto il periodo d’oro degli anni Sessanta, gli anni della “Dolce Vita”, dove tutto sembrava possibile e il benessere si era esteso un po’ a chiunque, è rimasta l’illusione che, passati finalmente i tempi bui, questo miracolo italiano sarebbe stato eterno, non avrebbe conosciuto crisi. Invece ben sappiamo che non è stato così: il corso degli eventi, nella politica e nell’economia, ha dimostrato il contrario, così come nelle più recenti e spregiudicate speculazioni edilizie.