Kindle e letture digitali

giovedì, 1 Maggio 2014

Solo negli ultimi tempi mi sono avvicinato al mondo degli e-reader, nello specifico ho preso un Amazon Kindle. Come strumento è formidabile: pesa poco, si legge benissimo, può contenere centinaia di libri.

Sono arrivato abbastanza tardi ad utilizzare questa tecnologia, volontariamente, frenato da uno scetticismo iniziale che in parte è stato vinto, ed in parte residua ancora no.

Il problema fondamentale delle letture digitali è che i libri stanno tutti, a loro volta, dentro un unico libro: il Kindle. Non ne senti appieno la sostanza. Per carità, si leggono alla grande, al sole è anche meglio perché le pagine non si girano da sole col vento, il libro non si rovina, non ti cade, non si spiegazzano le pagine (ma se ti cade l’e-reader sono ugualmente danni…), però quando hai finito un romanzo ti poni questa domanda: “dov’è il libro che ho letto?”. Per chi come me è abituato a popolare, arricchendola col passare degli anni, una libreria fatta di testi cartacei, la sensazione è strana. E’ vero che il libro di carta si invecchia, si impolvera, le pagine si ingalliscono, ma ha una sua forma, un suo corpo fisico, un suo fascino. Il libro stesso ha una storia, fatta dell’ingiallirsi delle pagine, di cadute, di viaggi, di riletture, di prestiti, di ritorni a casa e al contempo, se vogliamo azzardare un paragone metafisico, la storia che racchiude al suo interno, quella scritta tra le righe, è la sua anima.

I libri digitali mi sembrano anima senza un corpo, che se li vuoi andare a riprendere in mano, fisicamente, stanno tutti nello stesso posto: il Kindle (o il computer, o il telefono). E’ strano… forse sono io ad essere vecchio, non so, oppure poco adatto a rivoluzionare un modo di leggere che è stato mio fin dall’infanzia, coi fumetti prima, ed i libri poi.

D’altra parte sono un nativo digitale: ho iniziato con i computer ad otto anni, ma anche un nativo analogico. Ho imparato a leggere sulla carta e a scrivere con la penna, passando solo in età adulta alla tastiera. Ho bisogno di un contatto fisico con il romanzo (con un manuale tecnico o un saggio sento meno questa esigenza). Mi ci affeziono. L’e-reader non mi dà questo contatto che cerco. L’odore della carta, diverso per ogni libro, la stampa, la copertina, la scelta dei caratteri tipografici… tutto questo si perde leggendo in digitale.

Sia ben chiaro, ho già letto un romanzo sul Kindle e ne ho iniziato un altro molto lungo: leggere all’aperto al sole, o a letto, è piacevolissimo. Se la storia ti prende vai avanti e per quanto mi riguarda leggo anche più velocemente. Ma il feeling è diverso.

Non so dove mi porterà questa esperienza, ma sono quasi sicuro che non potrò mai rinunciare alla mia libreria cartacea. In qualche modo proverò ad utilizzare entrambi i media, magari il Kindle per pubblicazioni tecniche o saggi, e gli ‘obsoleti’ libri cartacei per i romanzi, con una preferenza per questi ultimi.

Del resto romanzo e romanticismo hanno una radice in comune. Non è un caso se una storia che viaggia sui bit risulta meno romantica, per le emozioni che riesce a trasmettere nel complesso, meno vicina al lettore di una storia che si racconta sulle pagine stampate, odorose di inchiostro e cellulosa, che invecchia con lui e muta nel tempo, come lui.

Buone letture a tutti.

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