Sto notando come negli ultimi anni abbia smesso totalmente di comprare riviste in edicola. Il motivo è principalmente mancanza di tempo per leggerle; quello disponibile lo dedico tutto alla lettura di libri (romanzi o saggi). Ma c’è di più: da quando Internet è diventata così capillare, le informazioni disponibili online sono talmente aggiornate da rendere inutile (per me) l’acquisto di una rivista cartacea (tra l’altro a volte piuttosto costosa).
E dire che per anni ho comprato Applicando (un periodico mensile dedicato al mondo della Mela), una cinquantina di numeri ormai nelle mani di qualcun’altro, o, per citarne altre due, Quark, rivista scientifica di indubbio interesse e Motociclismo.
Non sento la mancanza delle riviste (altrimenti avrei continuato a leggerle), continuo a preferire i libri. Però oggi, passando davanti all’edicola, mi sono ricordato di questo rituale atavico (che risale ai tempi dell’infanzia, in edicola ci andavo da solo già a 8-9 anni), che mi spingeva a controllare se era uscito il nuovo numero tanto atteso.
Potrei fare lo stesso discorso per i fumetti, ma con quelli ho smesso da ancora più tempo. Eppure, sfogliando ad esempio un Topolino nuovo di zecca, con storie inedite disegnate da nuovi o vecchi artisti, la lettura è ancora immensamente piacevole: mi sembra di aprire una porta temporale su tanti ricordi ed emozioni piacevoli, un mondo che da allora, tramite la carta stampata ed i colori, si perpetua a tutt’oggi.
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